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CNF – La risposta del Presidente Sesti al Corriere della Sera

A seguire, la precisazione che il Presidente Sesti ha inviato al Corriere della Sera, dopo che nella sezione Lombardia di sabato 27 agosto sono state pubblicate alcune informazioni che non rispondono alla realtà.

Caro Direttore,
chiedo ospitalità per una replica a quanto pubblicato sulle pagine Lombardia del Corriere di sabato 27 agosto. Ritengo, infatti, che alla base di alcune dichiarazioni ci sia stata una errata interpretazione della situazione.
Ringraziando per l’attenzione, colgo l’occasione per inviare cordiali saluti
Paolo Sesti, Presidente della Federazione Motociclistica Italiana

“Lombardia, la Regione apre i parchi al motocross”, titola il Corriere della Sera, ma si tratta evidentemente di una estrema sintesi giornalistica. Il motocross, infatti, è una disciplina sportiva che richiede l’uso di una pista artificiale su terra e mai NESSUNO penserebbe di proporre la costruzione di una pista dentro un parco ed ovviamente neppure potrebbe favorirlo una Pubblica Amministrazione con una modifica della legge!
La Federazione Motociclistica Italiana, invece, è un Ente che tutela il pubblico diritto di esercitare un’attività sportiva in moto, nel pieno rispetto dell’ambiente e della sua fruizione da parte della comunità.
Esistono infatti numerosi esempi di Moto Club affiliati alla Federazione che collaborano con le Pubbliche Amministrazioni nel governo del territorio, organizzano eventi, restituiscono percorsi a tutti gli utenti, creano indotto turistico con escursioni amatoriali in località sconosciute o in periodo di bassa affluenza turistica. E tutto solo attraverso l’opera di volontariato degli iscritti ai Moto Club.
Esistono inoltre pubbliche amministrazioni che CHIEDONO la possibilità di organizzare eventi motoristici su strade a fondo naturale o anche in fuoristrada in aree idonee, ma non riescono a farlo perché le norme di riferimento non sono chiare e creano condizioni di incertezza per tutti.
E’ questa situazione che deve essere regolamentata, con estrema trasparenza. E soprattutto senza attribuire alle discipline motoristiche la responsabilità del degrado ambientale. Non è così e non è nelle intenzioni della FMI accettare questo modello negativo.
L’uso delle motociclette può infatti essere deleterio, se effettuato in modo sprovveduto, allo stesso modo di come può esserlo qualsiasi altro strumento gestito dall’uomo. E’ la persona irrispettosa che crea il danno, non il mezzo o la disciplina sportiva.
Ed è su questo che occorre puntare per limitare gli abusi: creare le condizioni affinché le Pubbliche Amministrazioni siano dotate di strumenti normativi chiari per autorizzare manifestazioni, percorsi o aree ove praticare la circolazione su strade a fondo naturale o in fuoristrada, nel pieno rispetto dell’ambiente, basandosi su dati oggettivi, e non generalizzando le situazioni.
In questa logica, restiamo a Vostra completa disposizione nel caso vogliate approfondire l’argomento. Anche nella “semplice” ottica di fornire un’informazione corretta ai lettori e ai cittadini.

Paolo Sesti, Presidente della Federazione Motociclistica Italiana

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