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In arrivo Motitalia Settembre 2011 – Leggi editoriale e sommario

Spedito a tutti i Tesserati e a tutti i Moto Club affiliati alla Federazione Motociclistica Italiana

Editoriale 
Motitalia Settembre 2011 – Dobbiamo migliorare

MENTRE SI SVOLGONO TRIAL E CROSS DELLE NAZIONI, RACCOGLIAMO LE PRIMISSIME SODDISFAZIONI IN VELOCITA’, MA I RISULTATI NON SONO BUONI NELL’ENDURO E CROSS GIOVANE. E’ NECESSARIO UN CAMBIAMENTO RAPIDO

Alla Sei Giorni di Enduro non è andata come avremmo voluto (e sicuramente potuto, almeno con la squadra giovanile). Anche dal “mundialito” di motocross ci si aspettava di più. Mentre scrivo si devono ancora disputare il Trial e d il Cross delle Nazioni: vedremo. Nel frattempo, dopo tanta attesa, speranza e impegno, Morciano conquista i primi punti nel mondiale 125 (e dietro di lui ci sono giovanissimi puledri che “scalpitano”).

Non possiamo illuderci di trovare “dietro l’angolo” i nuovi Valentino Rossi e Toni Cairoli, due grandissimi talenti naturali, probabilmente irripetibili. Il secondo, peraltro, “vale” oggi più del primo, se mi è permessa l’iperbole, eppure Toni è pochissimo conosciuto dal grande pubblico: di lui si parla comunque raramente. Paradossalmente, in un mondo dove la comunicazione è schizofrenica ed esasperata, pur avendo a disposizione due super atleti, i media parlano di uno solo. Probabilmente, se anche avessimo più campioni, la situazione non cambierebbe.

E la Federazione? I talenti naturali nascono da soli: nessuno può programmarli. I campioni di “classe media” sono invece frutto del lavoro. Tantissimo lavoro, allenamento, sacrificio.  Ma ragazzi e ragazze di oggi, hanno voglia di questo genere di impegno? No. Travolti come sono da mille altri interessi, distrazioni, attrazioni, tutto comunque più facile e comprensibile della parola “sacrificio”. La situazione è identica ovunque, almeno in Europa, tanto per restare “in casa”. Solo in alcuni i casi, ad esempio Francia e Spagna, e per motivi diversi, si stanno ottenendo risultati importanti, seppure più o meno limitati a singole specialità. Sono però convinto che anche noi “stiamo arrivando”. Stiamo lavorando su tutto il fronte dell’attività sportiva giovanile, con un progetto di medio periodo: sono convinto che alcune scelte strategiche sono state giuste e presto vedremo i risultati positivi. In altri settori, proprio le recenti esperienze in parte negative ci devono far riflettere e devono portare ad alcuni cambiamenti, importanti e significativi. Continueremo dunque nel nostro impegno, moltiplicando sforzi ed attenzione verso i più meritevoli, cercando di selezionare i migliori, aiutandoli verso impegni al vertice. Ma sono i ragazzi che devono trovare la voglia, altrimenti non si va da nessuna parte. E i genitori, che tanti sacrifici fanno per loro, possono dare un grande aiuto, ma non devono  solo preoccuparsi di “proteggere” continuamente i figli. La lascino fare: se lo meritano, emergeranno da soli, senza l’obbligo di cercare qualche (costosissimo) mezzo cavallo in più.

Un altro pensiero. Qualche Presidente di Comitato Regionale si è sentito “toccato” da quelle che ha giudicato mie critiche personali. Sbagliato. La mia volontà è di stimolare tutti a lavorare meglio. Mai come  in questo momento di grande difficoltà dobbiamo serrare le file, lasciar perdere invidie e gelosie del tutto personali (per fortuna solo in pochissimi casi!). Tutti dobbiamo invece moltiplicare sforzi ed impegno. Dobbiamo aumentare l’aiuto ai Club che organizzano, che “fanno” l’attività sportiva!

Se la FMI è conosciuta o considerata sul territorio, è soprattutto grazie alla qualità del lavoro svolta dai Comitati Regionali. E devo dire, con grande dispiacere, che la Federazione non è conosciuta (e apprezzata) come tutti noi vorremmo, anche se facciamo molte cose, spesso molto bene, offrendo servizi di vera efficienza. Non una critica, dunque, ma uno stimolo ad alzare il livello. Così magari diventa anche più piacevole, fare il Presidente…

Infine un saluto. A Claudio Castiglioni. Che ci ha lasciato a metà agosto, con grande “discrezione”. Pochissimi sapevano della sua malattia, e della sua gravità. Claudio, ad un certo punto, ha smesso di lottare. Lo ha fatto per tutta la vita, certamente a modo suo, tra continui alti e bassi, ogni volta con riprese più miracolose che sorprendenti. Nel frattempo lasciando a tutti noi frutti impareggiabili dovuti ad uno straordinario amore per il suo lavoro, ad una incredibile fantasia imprenditoriale, ad una straordinaria volontà. Un esempio che non potremo dimenticare. Pensate se anche i nostri politici fossero come lui…

Paolo Sesti

 

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