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Addio a Fausto Gresini. Copioli: “Addolorato. Fausto era pilota, manager, ma soprattutto persona di grande valore”

Il mondo del motociclismo è in lutto. Fausto Gresini, nonostante una lunga battaglia, non ce l’ha fatta. L’ex pilota due volte campione del mondo e manager dell’omonimo team si è spento all’età di sessant’anni all’Ospedale Maggiore di Bologna, per le complicazioni legate all’infezione da Covid-19. Notizia tristemente confermata stamattina dallo stesso Team Gresini Racing. Fausto aveva contratto il Covid poco prima di Natale ed era ricoverato in ospedale da fine dicembre scorso.

Come pilota ha corso sempre nella classe 125 del Mondiale, esordendo nell’82 e conquistando l’alloro iridato nell’85 sulla Garelli del Team Italia. Nel 1987 il suo capolavoro, con il bis mondiale ottenuto vincendo 10 delle 11 gare disputate. Nel 90 arriva anche il titolo italiano in 125. Pilota prima e team manager poi, con un unico denominatore comune: l’essere vincente. Nel 97 Gresini fonda l’omonimo team con il quale conquisterà il titolo mondiale nella 250 del 2001 con Daijiro Kato, nella Moto2 del 2010 con Toni Elias e nella Moto3 del 2018 con Jorge Martin. Palmares che si allunga con la vittoria del Mondiale MotoE nel 2019 con Matteo Ferrari. Oltre alla passione per il motociclismo, imprescindibile è stato per Fausto l’impegno nel far crescere i giovani. Da anni infatti aveva esteso la sua struttura con un Team Junior presente nella Moto3 del CIV, con il quale Kevin Zannoni ha conquistato il titolo italiano Moto3 nella scorsa stagione.

Il Presidente FMI Giovanni Copioli ha dichiarato: “Sono davvero addolorato per la prematura e dolorosa scomparsa di Fausto. Pilota, manager, ma soprattutto persona di grande valore. Con lui condividevo un’amicizia personale e insieme, oltre alla passione, condividevamo valori comuni che siamo riusciti a concretizzare con il nostro reciproco impegno a favore dei giovani talenti. Il motociclismo perde un uomo che lascia un grande vuoto ed una prestigiosa eredità. Oggi mi stringo attorno ai suoi cari: alla moglie Nadia e ai figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese e alla sua famiglia più grande, quella del Motomondiale e degli appassionati tutti. Di lui ci resta il suo grande esempio e la sua lotta caparbia che ha combattuto fino alla fine

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