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Le Benelli a quattro cilindri da GP

La classe 250 ha visto a lungo impegnate con grandi risultati le case italiane che hanno schierato mezzi dalla tecnica sopraffina, in grado di fornire prestazioni straordinarie. Nell’anteguerra si erano divise la scena e i successi le monocilindriche Guzzi e Benelli, e la loro rivalità è ripresa ancora più accesa dopo il termine del conflitto. Nel 1951, dopo la tragica morte del suo portabandiera, il grande Dario Ambrosini, campione mondiale in carica, la casa pesarese ha cessato la sua partecipazione ai Gran Premi.

La passione però è rimasta e per diverso tempo la Benelli ha preso parte alle gare di gran fondo e a quelle minori, come le salite e i circuiti cittadini, con versioni preparate del suo Leoncino a due tempi. Sul finire degli anni Cinquanta il vertice dell’azienda ha incaricato l’ing. Aulo Savelli, da poco laureato, di realizzare una versione completamente ridisegnata della 250 monocilindrica bialbero e, subito dopo, di progettare una moto da Gran Premio completamente nuova, di eguale cilindrata ma con motore a quattro cilindri! Non era la prima volta che la casa pensava a questo frazionamento per una quarto di litro da competizione. Già nel 1940 infatti aveva presentato una bellissima quadricilindrica con compressore, raffreddata ad acqua, per la quale si parlava di prestazioni straordinarie. Gli eventi bellici avevano portato alla cancellazione del programma corse e questa meravigliosa 250 non è mai scesa in gara. La moto di Savelli, presentata nel giugno del 1960, aveva i cilindri quasi perfettamente verticali e la distribuzione bialbero comandata da una cascata di ingranaggi piazzata centralmente.

L’intero articolo a p. 42 di Motitalia

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