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Le anime della Federazione – Novembre 2007

LA VITA FEDERALE SI COMPONE DI TANTI ASPETTI. ALCUNI EVIDENTI, ALTRI MENO. A CHI DIRIGE SPETTA IL COMPITO DI AVERE IL MIGLIORE CONTROLLO POSSIBILE DELLA SITUAZIONE. ALLA RICERCA DEI RISULTATI PIU’ UTILI


 


Tra poche settimane sarà possibile un bilancio definitivo della stagione 2007. Inizio con una considerazione. Mai come quest’anno sono emerse due anime, tanto diverse quanto complementari, della Federazione Motociclistica Italiana. Da una parte quella sportiva, solida, tradizionale, istituzionale. Dall’altra quella proiettata verso l’esterno, che spinge ad esplorare territori sconosciuti, a fare esperimenti, a cercare un pubblico nuovo del quale conosciamo poco o nulla.


Qualcuno vorrebbe privilegiare l’attività sportiva. Insistere sulla promozione, i corsi di avviamento, il sostegno alle squadre giovanili. Solo così è possibile mettere in luce i talenti, alimentare lo sport con nuovi campioni, di esempio e di stimolo “a provarci” per tutti gli altri. Solo così restano in vita gli impianti (che hanno bisogno dei praticanti, per vivere), i moto club (i piloti, i più bravi, catalizzano l’attenzione dei soci anche più “distanti” e alimentano la passione che ci manda avanti). Solo così si mantiene vivo un settore che deve suscitare simpatia ed attenzione perché rappresenta un modo di vivere sano, con ideali, che privilegia l’impegno. Simpatia ed attenzione indispensabili per ottenere i permessi dalle Autorità locali o le risorse economiche dagli sponsor. Solo un numero sempre maggiore di praticanti, sostengono gli “sportivi”, ci darà la consistenza necessaria per crescere. Senza sostegno della Federazione allo sport, i risultati non arriveranno.  


D’altra parte c’è chi ritiene indispensabile farsi vedere, promuovere la Federazione, pubblicizzare i risultati. Impegnare tempo e risorse anche in settori “paralleli” a quello sportivo, alla ricerca di visibilità, alla caccia di risorse economiche indispensabili, attirando l’attenzione dei mezzi di comunicazione. Senza risorse, la buona volontà non sarà sufficiente.


Non è facile conciliare le due anime. Negli ultimi quattro, cinque anni, la FMI è cresciuta in modo concreto. In numeri assoluti (Tesserati, Licenziati, risorse economiche, risultati sportivi), e in immagine. Qualche anno fa la Federazione era poco più che un “oggetto sconosciuto”, al di fuori di una ristrettissima cerchia di addetti ai lavori. Non si sapeva bene cosa facesse, quali erano gli scopi o i limiti di azione. Oggi siamo un interlocutore vivo, attento, presente. Otteniamo risultati. Qualcuno ne esige addirittura di “impossibili”, nei settori più disparati, anche fuori dalle nostre competenze: dal traffico all’inquinamento, dalle tasse alla costruzione di infrastrutture, alla manutenzione delle strade, fino all’educazione degli utenti. Sono soddisfatto. Siamo capaci di autofinanziarci per oltre l’85 per cento del nostro bilancio, non temiamo il rischio di “interruzione coatta dell’attività sportiva” per mancanza di denaro, possiamo fare fronte ad eventuali emergenze. Abbiamo avuto la capacità di reagire in tempi brevissimi ad una situazione straordinariamente critica come quella creata dal dissesto della Sportass. Lavoriamo ogni giorno alla ricerca di nuove opportunità per i Tesserati, a partire dal campo assicurativo. Abbiamo un settore sportivo vivace, possiamo occuparci del futuro. Se però guardo ai risultati sportivi 2007 nelle gare a squadre per Nazioni, ad esempio, penso che forse bisognerebbe fare ancora di più…


Sono preoccupato dalla straordinaria aspettativa che alcune volte la gente dimostra nei nostri confronti, da questo continuo “tirarci per la manica”, ognuno per il proprio comodo. Anche da parte di NON tesserati, con un paradosso evidente: pretendo tanto dalla FMI, qualche volta con prepotenza e maleducazione, senza dare alcun supporto in cambio, nemmeno il pagamento della tessera. Un problema di equilibrio. Che non prevede, forse, una soluzione assoluta e definitiva.


 


Paolo Sesti

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