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Il fuoristrada in Abruzzotra gare, ambiente e rispetto delle regole

In Italia ci sono diverse realtà, ognuna con le sue peculiarità, ognuna con le sue questioni. Per quanto riguarda gli aspetti della Commissione Normative Fuoristrada, dopo esserci concentrati sul nord negli ultimi tempi, ora ci spostiamo in Abruzzo con il Presidente del Comitato Regionale FMI, Elvio Fortuna.

Quali sono i punti di riferimento della vostra attività?

Innanzitutto per noi il pilota resta al centro dell’attenzione. Il Comitato ha spinto molto sull’acceleratore dell’Enduro, specialità decollata nel giro di pochi anni. Nella mia regione, Motocross, Supermoto e velocità erano le discipline preferite ma ora anche il Campionato Regionale Enduro 2014 attira molti appassionati. E’ già ora di pensare al 2015, ed anche dopo le soddisfazioni dell’Italiano prima di pianificare la nuova stagione, l’equipe regionale Enduro, composta dai presidenti dei Moto Club organizzatori di gare, esaminerà l’andamento della stagione che volge al termine per valutarne le criticità emerse.

Il piatto forte della stagione 2014 è stata l’attenzione riservata alla sicurezza dei piloti. Da qualche anno in Abruzzo si punta ad allestire percorsi che hanno soddisfatto sia le aspirazioni dei big sia le ambizioni dei neofiti di portare a termine una gara. Essendo un Campionato Regionale si è cercato di tracciare percorsi che non nascondano pericoli ai meno esperti ma che mantengono un buon grado di tecnicità.

Sin dal sabato e per tutto il week end di gara i piloti usufruiscono gratuitamente del servizio di fisioterapia della FMI Abruzzo, che cura gli atleti con massaggi pre e post gara, interventi di radioterapia, applicazioni di fasce antidolore, impacchi di argilla su eventuali parti doloranti. Imponente il servizio medico durante la gara con non meno di otto postazioni mediche fisse sulla linea e sui fettucciati, due quad della Croce Rossa in grado di trasportare una barella, il servizio elicottero 118 pre allertato con allestimento di un predeterminato punto di atterraggio, ambulatorio medico mobile nel paddock per piccoli interventi chirurgici quali suture e medicazioni complesse. Nella prova di Catignano c’è stato il debutto del servizio sanitario mobile con due medici dotati di moto da enduro, Velia Di Resta e Alessio D’Angelo, pronti ad intervenire con la massima tempestività. L’obiettivo per la prossima stagione è quello di mantenere quantomeno l’attuale standard.

Parliamo ora di ambiente. Come vi state muovendo su questo fronte?

Sul fronte squisitamente organizzativo nel 2014 è stata vincente  collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato con il quale i Moto Club organizzatori operano in stretto contatto anche per collaborazioni extra gare. Come di recente accaduto a Carsoli dove il MC Mirmidoni, sotto la guida del Corpo ha provveduto a ripulire un intero argine di un fiume raggiungibile solo con moto da enduro. Hanno partecipato decine di volontari. In particolare è stata ripulita una discarica abusiva; molte sono le aree sporche che negli ultimi periodi, nonostante i servizi raccolta messi a disposizione dall’Aciam, vengono imbrattate periodicamente con buste dell’immondizia ed elettrodomestici.

I ragazzi, in sella alle loro moto, hanno individuato le zone più sporche e poi si sono rimboccati le maniche per tirare fuori tutti i materiali abbandonati. Con i rifiuti raccolti, di varia natura, è stato riempito un intero cassone messo a disposizione dall’Aciam. Durante la giornata sono intervenute anche le Guardie Ambientali che, dopo aver preso atto del lavoro svolto, hanno chiesto una ulteriore collaborazione per altri eventi dedicati alla pulizia dell’ambiente. La ditta SIMA ha messo a disposizione i mezzi meccanici, il volontariato del club ha fatto il resto.

Ci potrebbero essere tanti altri esempi, ma vorrei terminare con la speranza che i motociclisti italiani come abbiamo fatto noi si impegnino sia nel rendere le competizioni più sicure che eco compatibili, infine anche migliori il rapporto con enti locali e vigilanza, una collaborazione precisa e continua, non un fatto episodico.
 

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