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Buone prove degli italiani nella seconda tappa del Sardegna Rally Race

Una delle tappe clou del Sardegna Rally Race, la seconda: 270 chilometri totali, con due speciali. “normale” la prima, “soltanto” 37 chilometri di piste difficili e scivolose, e ben 77 la seconda, la più lunga di questa fortunata prova inaugurale del Campionato del Mondo Cross Country Rally.


 


È il leit motiv della mattinata, quando a vederli passare, i piloti italiani, abituati alle corte, “nervose” prove del Motorally, viene da dire che non sbagliano mai, che trovano la via giusta quasi sempre, che, insomma, “lo sanno fare meglio”. L’abbiamo detto, nei rally non conta tanto la velocità quanto la destrezza nell’interpretare il road book.


 


A differenza dei rally africani, dove i cambi di direzione possono presentarsi anche dopo centinaia di chilometri, nelle corse “europee”, come questo esemplare Rally Race che si sta esaltando sul suolo sardo, le note possono essere intercalate con un intervallo anche di sole poche decine di metri. Ecco il motivo di una delle maggiori difficoltà del rally.


 


E volete sapere quante note hanno dovuto interpretare correttamente i piloti, oggi? Ben 406! Un road book di ottanta pagine da tenere sotto controllo, 270 chilometri con un “esame”, in media, ogni 600 metri. C’è da uscirne pazzi, o esaltati come nel caso di Paolo Ceci, il romagnolo purosangue che ha vinto la prima speciale e si è fatto distanziare di tre secondi soltanto da Cyril Despres.


 


Ma per dire bene degli italiani, ci vogliono le “prove”. Eccole, quelle molto belle di Alex Zanotti, Massimo Chiesa e Matteo Graziani (caduto, oggi, cinque volte) che, insieme alla prova “schiacciante” di Ceci occupano le posizioni dal secondo al quinto posto della classifica generale provvisoria dopo tre giorni di corsa. E chi è al primo posto? Ancora Cyril Despres, il francese campione in carica della Dakar, che oggi è riuscito a limitare i danni. Ma il suo vantaggio è di soli venti secondi. Tutto da vedere, insomma, gara apertissima e spettacolare.


 


Ma cosa è successo agli eroi della gara fino a ieri? Niente di particolare, solo, come abbiamo detto, che gli italiani sono stati più bravi a navigare. A “perdersi” sono stati in molti, li abbiamo visti passare e poi ripassare, sconsolati e sempre più in ritardo, alla ricerca del passaggio giusto. In più, se proprio vogliamo dirla tutta, la gara di oggi rischia di finire ulteriormente tardi, poiché c’è sempre la possibilità che qualche pilota sia riuscito a “tagliare” il percorso. Per questo,  dopo una tappa complicata come quella di oggi, sarà necessario controllare il percorso di alcuni, ripassando le registrazioni del sistema di tracking.


 


Una gara magnifica, nella quale Ceci si è presentato come uno dei più accreditati “outsider” italiani e che promette di scardinare il pericolo di noia di certe corse scontate o monotone. Che dicono i piloti, quelli che vincono ma anche quelli che perdono, o, come nel caso di Gerard Farres, quelli che si fannno male (lo spagnolo si è scontrato con Casteu mentre entrambi i piloti erano su una pista sbagliata, ed ha riportato la frattura di un piede)?. Dicono che è valsa la pena, ancora una volta, di non perdersi “questa” Sardegna.

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